Benvenuti nel nostro blog!

Vogliamo condividere con Te le nostre "storie di ordinaria quotidianità" Dedichiamo questo spazio a tutti gli "scacchisti per passione" a coloro che senza essere dei campioni mondiali o scacchisti di professione nutrono ugualmente una passione sfrenata per questa disciplina, ai nostri amici dei piccoli circoli con i quali ci divertiamo tantissimo, alle loro famiglie e a chi pur non giocando semplicemente ama questo nobil giuoco...

sabato 30 ottobre 2010

..una piccola storia per una grande nazione


"Il pollicino d'Amèrica"

El Salvador, il mio piccolissimo paese di origine è più conosciuto per il suo storico passato bellico e per le profonde lotte rivoluzionarie che non per le ineguagliabili bellezze naturali che possiede.

El Salvador Terra di  Vulcani. Izalco "il faro del Pacifico"

Prima dell'arrivo dei Conquistatori spagnoli, El Salvador era abitato dai Maya Pipil che occupavano la parte occidentale del territorio:

 Las Ruinas del Tazumal, vestigi delle antiche civiltà Maya

Avvenuta la conquista nei primi decenni del 1500, El Salvador divenne una provincia della Capitaneria generale del Guatemala (Vice-regno della Nuova Spagna)  più tardi fece parte della Confederazione delle Provincie Unite del Centroamerica fino ad ottenere l'indipendenza nel 1841. Rimase nella mani della aristocrazia fondiaria proseguendo fino al 1944 con la dittatura del generale Maximiliano Hernandez Martinez. Il susseguirsi di governi militari garantì il dominio delle "14 famiglie" proprietarie delle grandi piantagioni e detentrici del monopolio del commercio del caffè.
 Per quello che riguarda la storia scacchistica invece, non esistono documenti che riportino agli inizi della pratica del nobil gioco a eccezione di alcuni aneddoti locali basati sulle memorie dei protagonisti.
Sembra che le prime scacchiere siano state privilegio riservato delle famiglie più abbienti e cominciò a diventare popolare quando i soci del Club Rean della "Società di Impiegati del Commercio e del Dorato" cominciarono a giocare a porte aperte. Si racconta che nel 1945 El Salvador partecipò per la prima volta a un Campionato Centroamericano tenutosi a San Josè, Costarica, sorprendendo per un gioco solido e strappando la vittoria a Costa Rica e Nicaragua che dominavano la scena scacchistica in quei giorni.
Campioni mondiali come Najdorf e Reshevsky in giro per l'America arrivarono a El Salvador per offrire simultanee.
 Ma è soltanto nel 1966  che la Federazione Salvadoregna di Scacchi (FSA) si registra come membro della FIDE.
 Comunque, negli anni 60' e 70' gli scacchi nel Salvador non erano il risultato di un lavoro organizzato. Dipendeva più che altro del sorgere casuale di qualche talento spontaneo che ciò nonostante rappresenta la massima espressione di questa disciplina in quel periodo.
Nel 1976, si costituì la Selezione Nazionale che partecipò alle Contro Olimpiadi in Libia aggiudicandosi il primo posto. I personaggi che portarono a questa eclatante vittoria sono Salvador Infante, Boris Pineda (sette volte campione Nazionale), Roberto Camacho e i Fratelli Grimaldi.
Le decadi successive sono piene di scontento da parte di un popolo che chiede incessantemente nuove riforme economiche e sociali, così che nel 1979, dopo un duro colpo di stato da parte dei militari al governo di allora, prende forza il Frente Farabundo Martì per la Liberazione Nazionale (FMLN).
Per gli scacchi fu un periodo perso, il gioco-scienza si vede aftetto dalla carenza di sostegno pubblico e privato.
Sono anni molto duri per la mia terra che soffre il terrore e la empietà delle azioni  dell'esercito sostenuto dagli USA e responsabile di terribili genocidi di massa. Ricordo ancora  le atroci immagini della "masacre del Mozote" o del "Rio Sapo" dove l'orrore delle torture rimase segnato nel volto di quei martiri ancora dopo la morte.  Erano gli anni degli "squadroni della morte", le formazioni di destra responsabili dei più atroci assassinii fra i cui l'uccisione di Monsignor Arnulfo Romero, Arcivescovo di San Salvador, vittima del suo impegno nel denunciare le violenze subite dal sempre più sofferente popolo.

I combattenti dell'Esercito Rivoluzionario Salvadoregno
(foto:Leonel Herrera)

Nel 1989,  il FMLN dopo lunghi anni di lotta clandestina, lancia la sua offensiva finale, concentrando il 70% della sua forza militare  nella capitale dove per un paio di settimane si svolsero duri combattimenti fra la guerrilla e l'esercito repressivo. Le città vengono bombardate dalle forze aeree militari. E' cosi che la pressione internazionale si fece sentire e il governo venne obbligato a una negoziazione della pace.
La firma dei tanto desiderati accordi di pace avviene nel 1992  mettendo fine a un conflitto che durò più di 11 anni e lasciò più di ottantamila morti, in maggior parte vittime civili.
E' a metà degli anni '90 che l'Istituto Nazionale degli Sport assume il compito di formazione degli scacchisti mirando alla proiezione internazionale. Molte istituzioni educative, fra queste anche la Università de El Salvador, patrocinano piccoli corsi per l'apprendimento degli scacchi. Nel 2000, il 50% dei giocatori classificati giovanili provenivano da quì.
Oggigiorno la realtà scacchistica salvadoregna è dominata dalla irruzione delle sorelle Sonia e Lorena Zepeda  che hanno conseguito i titoli di MF e MI rispettivamente. Nell'ambito maschile vanno forte i fratelli Hèctor e Ricardo Chàvez, David Blanco e MF Lemmys Arias. Queste giovane promesse fanno parte della squadra nazionale che ci rappresenta a livello internazionale nelle due categorie. Vengono sostenuti dall'intenso lavoro dell'allenatore tecnico della FSA, il cubano GM Hèctor Leyva Paneque, che li affiancò   nella loro partecipazione alle Olimpiadi di Torino 2006.

il Maestro Internazionale Lorena Zepeda
ex- Campionessa Centroamericana 2001

Dopo la storica vittoria alle Contro Olimpiadi in Libia nel 1976, El Salvador nonostante l'eterna mancanza di fondi ha partecipato ininterrottamente dal 1986 alle Olimpiadi Mondiali di Scacchi, ad eccezione di quest'anno per mancanza di sponsor.
Chissà se le nuove generazioni riusciranno con il loro impeto a modificare la sfortunata storia dello scacchismo salvadoregno... e chissà se le istituzioni riusciranno nell'impresa non solo di promuovere ma di sostenere economicamente le giovani promesse del gioco-scienza.

giovedì 28 ottobre 2010

Scacchi: poema de amor


Roque Dalton García (San Salvador, 14 Maggio 1935 - 10 maggio 1975) è stato un poeta, narratore, saggista salvadoregno. La sua opera è ancora attuale dopo più di 40 anni dalla sua stesura e dalla sua pubblicazione in diversi paesi esteri negli anni sessanta e settanta. Roque è stato ucciso dai suoi stessi colleghi dell' Esercito Rivoluzionario del Popolo (ERP), al quale appartenevano, insieme a un operaio di nome Armando Arteaga, detto "Pancho", accusato di essere un agente della CIA, in una casa nel quartiere di Santa Anita, San Salvador. E' stato anche accusato di lavorare per l'intelligence cubana, forse una delle "aggravanti" per il suo omicidio. Le accuse sono state smentite più tardi. L'ERP era a quel tempo condotto da Mira Alejandro Rivas. Gli altri membri della ERP che erano a capo dell'organizzazione al momento del delitto, sono Jorge Meléndez, Vladimir Rogel e Joaquín Villalobos. Poco più di un anno dopo l'omicidio, Villalobos prende il controllo dell'ERP e successivamente fa parte del comando generale del Fronte di liberazione nazionale Farabundo Marti di El Salvador (FMLN). In tale veste firma gli accordi di pace nel 1992. Non è ancora chiaro chi sparò. Né esattamente dove è stato ucciso. Esistono due versioni: una, la più probabile, è che sia stato ucciso nel Barrio Santa Anita, a sud della capitale.
L'altra è che sia stato ucciso a El Playon, un "secco de lava" del vulcano Quezaltepe o San Salvador.

Roque Dalton non era uno scacchista da quanto risulta dai documenti storici. A causa della sua militanza politica  trascorse  parte della sua vita nelle carceri e lontano dalla sua terra. Vive emigrato in Guatemala, Messico, Cuba, Cecoslovacchia, Vietnam del Nord e altri paesi, dedicandosi per intero alla letteratura. Grandiosa è la sua opera poetica, saggistica e novellistica.
La seguente è la mia poesia preferita, che mi piacerebbe dedicare a tutti i "Guanacos". Ai miei compatrioti portati via dalla guerra, ai morti di fame, ai sempre sospettosi, agli "eterni indocumentati", ai "tristi, più tristi", quelli che non impararono mai a giuocare agli scacchi...

Un poema de amor
Roque Dalton

Los que ampliaron el Canal de Panamá
(y fueron clasificados como “silver roll” y no como “gold roll”),
los que repararon la flota del Pacífico
en las bases de California,
los que se pudrieron en la cárceles de Guatemala,
México, Honduras, Nicaragua,
por ladrones, por contrabandistas, por estafadores,
por hambrientos,
los siempre sospechosos de todo
(“me permito remitirle al interfecto
por esquinero sospechoso
y con el agravante de ser salvadoreño”),
las que llenaron los bares y los burdeles
de todos los puertos y las capitales de la zona
(“La gruta azul”, “El Calzoncito”, “Happyland”),
los sembradores de maíz en plena selva extranjera,
los reyes de la página roja,
los que nunca sabe nadie de dónde son,
los mejores artesanos del mundo,
los que fueron cosidos a balazos al cruzar la frontera,
los que murieron de paludismo
o de las picadas del escorpión o de la barba amarilla
en el infierno de las bananeras,
los que lloraran borrachos por el himno nacional
bajo el ciclón del Pacífico o la nieve del norte,
los arrimados, los mendigos, los marihuaneros,
los guanacos hijos de la gran puta,
los que apenitas pudieron regresar,
los que tuvieron un poco más de suerte,
los eternos indocumentados,
los hacelotodo, los vendelotodo, los comelotodo,
los primeros en sacar el cuchillo,
los tristes más tristes del mundo,
mis compatriotas,
mis hermanos.

Ai "Guanachi" che non impararono mai a giuocare a scacchi
***

lunedì 25 ottobre 2010

Effetto Carlsen

Ho trovato!!!!!

Parlo del modo per far interessare nostra figlia all'argomento a me più caro: gli scacchi. Come vi ho già raccontato Francia non ha mai dato segni di grande motivazione per questo gioco.
 Fino a ieri sera...
Sembra che l'intrepida ragazza sia stata informata dalle attendibilissime fonti, che "un ragazzo che gioca a scacchi" è il testimonial della collezione autunno-inverno di una nota marca di abbigliamento americana, il cui nome e stile serpeggia già fra i giovani modaioli delle scuole milanesi.
 Si tratta di Magnus Carlsen la nuova imagine della famosa firma, che spiega questa scelta come parte della sua filosofia creativa nell'accostare "elementi inaspettati per creare qualcosa di nuovo eccitante".


(Le immagini di questa campagna sono state scattate da Anton Corbijn)

 Magnus è co-testimonial per questa campagna pubblicitaria
 insieme alla famosa attrice top-model Liv Tyler (figlia di Steven Tyler componente degli Aerosmith).
 Una "fusione di intelligenza folgorante e bellezza classica" come spiegano i designer.
E' così che la nostra sospetta interessata viene a sapere che il norvegese Magnus Carlsen non è soltanto il modello perfetto per lo stile un pò duro e intransigente di questi capi, ma che questo bel ragazzo è considerato il "Mozart degli Scacchi", che è il giocatore di scacchi numero uno al mondo e che si aggiudicò il titolo di Grande Maestro alla età di soli 13 anni, diventando il giocatore più giovane a raggiungere il primo posto nella storia delgli scacchi.

...Quando la moda insegna!


"Apertura Google"


"La metafora è probabilmente
 la potenza più fertile che l'uomo possiede"
(Ortega y Gasset)
  Salvador Aragòn uno spagnolo esperto di pubblicità, bussines, mercati e creatività fa sua questa massima, e in una eccellente pubblicazione nel suo "Quaderno di Bitàcora" cerca di spiegare lo sviluppo delle strategie e il dominio di mercato del grande motore di ricerca Google. 
...con l'aiuto degli scacchi ovviamente:

"APERTURA GOOGLE"

"la bellezza di una mossa non risiede nella apparenza, ma nei pensieri che si trovano dietro"
(A. Nimzovitsch)

"Se parlassimo di scacchi, qualunque MAESTRO starebbe pensando di battezzare gli ultimi movimenti di Google, come "APERTURA GOOGLE" o anche "Apertura Brin-Page" in onore ai suoi fondatori. L'annuncio da parte di Google (vedere notizia in IBL news) dello sviluppo di Puffin, uno strumento orientato alla ricerca dell'informazione inmagazzinata nei server locali, suppone un nuovo MOVIMENTO DELLE PEDINE dopo il lancio di GMail.
Come in tutte le BUONE APERTURE, Google cerca di POSIZIONARE il meglio possibile i suoi PEZZI, combinando elementi difensivi e offensivi.
 Il lancio di GMail fu chiaramente offensivo, con una proposta di valore percepibile in modo immediato, frutto di una capacità mai vista e di un innovativo sistema di organizzazione e ricerca del post. L'obbiettivo finale: abituare l'utente a un nuovo ambiente di lavoro, molto differente dall'interfaccia di Windows e indipendente dal sistema operativo.
Dopo questa PRIMA MOSSA così aggressiva, Google dovrebbe proteggere la sua CASELLA PIU' DEBOLE che in questo momento e rappresentata dalla sua attività troppo tradizionale. Quando Microsoft annunciò le capacità di Longhorn, non fu difficile dedurre che si integrava un nuovo motore di ricerca più sofisticato nel sistema operativo (più info). Un movimento simile all'integrazione di Internet Explorer in Windows 95 dieci anni fa, e che ricordiamo finì Netscape.
E dopo questo movimento offensivo, cosa ci possiamo aspettare?. Beh, in una buona logica un'altra MOSSA OFFENSIVA. E non dimentichiamo che la SCACCHIERA non rappresenta solo la ricerca tecnologica, ma l'insieme della nostra interazione con il personal computer".

Senza dubbio questa visione sul dominio Google pubblicata nel 2004 è già stata lungamente superata. Attualmente Google vanta una crescente presenza nell'Europa non anglofona, risultato di UNA BUONA MOSSA, si può dire, sostenuta dalla grande influenza della compagnia sui servizi, informazioni e la identita digitale di tutti noi.
 Nonostante sia forse sorpassato, questo mi è sembrato un bell'esempio di quanto infinito sia l'uso che viene fatto degli scacchi come metafora dei più svariati  argomenti.
 Uno degli aspetti più creativi dell'autore nel presentare una così interesante realtà è nella scelta dell'immagine del pedone  in posizione iniziale, con in cima il globo terreste," il mondo google", con davanti la mappa del continente americano che si affaccia da solo davanti alla grande scacchiera dell'universo digitale.


domenica 24 ottobre 2010

fra scacco e ko



il tedesco Stold e il russo Sazhin si contendono il titolo mondiale
 di Scacchi- Boxe. (foto: Reuters)

Essiste davvero!

Va di gran moda in Germania, Olanda e Belgio, si tratta di un ibrido sportivo dove si "combattono"  11 rounds: 6 partite di scacchi della durata di 4 minuti ognuna e 5 incontri di boxe di 2 minuti.
Questa disciplina combina due sport diametralmente opposti: gli scacchi dove impera l'esercizio mentale e la boxe dove prevalgono la fisicità, i pugni , il sangue.
 L' idea di questa fusione è stata dell'artista olandese Iepe Rubingh che si ispirò alla novella grafica di Enki Bilal, Froid Equateur. Le pagine di questi comics francesi bastarono per creare questa nuova modalità sportiva. Il primo torneo di boxe-scacchi fù organizzato ad Amsterdam dove lo stesso Rubingh si proclamò 1° Campione Mondiale sul ring. Dopo l'esito riscontrato divenne anche Presidente della Organizazione Internazionale che regolamenta queste singolari competizioni, dove non esistono categorie ne divisioni per peso e dove alla fine degli incontri, vince chi prevale in una delle due discipline.
Ovvio che ad inizio gara i "picchiatori" possono avere la meglio sui "pensatori", tentando di dare il knock out al rivale durante lo scontro di puglilato.
 L'attuale titolo mondiale è in mano allo studente di matematica siberiano di 19 anni Nikolai  "Il Jefe" Zashin, che conquistò il cinturone nel quinto assalto dando scacco matto al tedesco Frank "Anti Terror" Stoldt, di 38 anni, poliziotto e allenatore in Kosovo per l' ONU.
Così prende piede un nuovo concetto sportivo che come dichiara il suo creatore non è altro che la combinazione fra "lo sport di concentrazione più antico del mondo e lo sport di lotta più antico del mondo".

A ben vedere non credo che questa sia la disciplina più adatta a Massimo!
-anche scacchi piacendo-


(fonte:  Josè  A. Ezquerro. Atletismo y mucho mas)



venerdì 22 ottobre 2010

Fidel e gli scacchi


Fidel Castro gioca a scacchi con Bobby Fischer (1966)

"Gli USA sono SOTTO SCACCO"  fu questa la dichiarazione del lider socialista cubano per reiterare che la decisione di una guerra nucleare aspetta al Presidente statunitense Barack Obama. Questa affermazione è stata fatta durante il suo intervento in un conosciutissimo programma della televisione cubana centrato sulla tesi, per molti "catastrofista", della possibile minaccia di un conflitto mondiale che a suo giudizio potrebbe derivare dall'attuale conflitto con l'Iran.

La politica è sicuramente un argomento molto interessante.

 Ma per restare sempre nel tema a me preferito, continuerò raccontandovi che Cuba ha una antichissima tradizione scacchistica. Sono stati gli spagnoli a introdurre nel XVI secolo il gioco degli scacchi. Quando i conquistatori arrivarono in questa meravigliosa terra fondarono i primi comuni e fu in Villa Bayamo  nel 1518 che il Capitano Manuel Rojas, amministratore dei beni del conquistatore Diego Velàsquez, comincio per primo a dare lo scacco.
La scoperta di Cuba da parte di Cristoforo Colombo e la sua ulteriore conquista, coincidono con il periodo d'oro per gli scacchi  in Spagna. Ricordiamoci che erano i giorni in cui Ruy Lopez de Segura offriva già lezioni teoriche sostanziali e l'analisi della sua famosa apertura (ancora popolarissima).
Durante il colonialismo a Cuba, il Primo presidente in Arme Carlos Manuel de Cèspedes, conosciuto per il suo daffare rivoluzionario e per aver portato alla Independenza della Spagna, fece la traduzione del famoso libro "le leggi degli Scacchi" edito in francese e considerato un importante materiale della letteratura scacchistica di quei tempi, dando così un inestimabile contributo allo sviluppo degli scacchi a Cuba. La passione per gli scacchi portò Cèspedes a raggiungere vaste conoscenze in materia. Un aneddoto racconta come abbia praticato gli scacchi  fino a poche ore prima di morire.
Molti sono i personaggi cubani di spicco che si sedettero davanti alla scacchiera.
 Uno di loro fù il martire della Patria Josè Martì, "el supremo varòn literario" a cui Fidel Castro attribuisce la paternità della più drammàtica rivoluzione del continente americano.

 Cuba, La Habana. Questa vecchia fotografia ritrae
 la piccola Francia e me davanti alla casa
 del poeta della Rivoluzione Jose Martì


Martì fù un grande appassionato del "giuoco di Philidor" e  durante la sua permanenza in Messico, la sua "Rivista Universale" (1876) anticipa l'uscita di "La Strategia Mexicana" un giornale che si occuperà solo ed esclusivamente di scacchi, proponendo nel suo primo numero il match fra Blackburne e Steinitz e l' opera "The Morphy's games" tradotta in spagnolo.
Nel 1900 invece, il più  mitico giocatore di quei tempi  Jose Raùl Capablanca (1888-) era ancora un ragazzino ma già si distingueva per le sue doti scacchistiche vincendo il Titolo di Campione di Cuba. Nel 1911 raggiunse il suo primo risultato internazionale nello storico Torneo di San Sebastiàn.
Superata la Prima Guerra Mondiale Capablanca vinse il Campionato Mondiale contro Lasker(1921) diventando il'idolo che tutti noi conosciamo. Perderà nel 1927 il suo titolo di campione davanti a un preparatissimo Alekhine. L'ex-campione continuò a brillare, aggiungendo grandi vittorie alla sua carriera ma non ebbe mai l'opportunità di rivincita contro Alekhine.
Nel 1959, sin dai primi giorni del Trionfo della Rivoluzione di Cuba, troviamo un'altro importantissimo personaggio che grazie alla sua grande comprensione della  "scienza" degli scachi ne diventa un fiero promotore. Il suo vincolo col proceso organizzativo dello Stato gli permette di dare grande importanza alla pratica degli scacchi all'interno del programma di governo, aiutando la loro popolarizzazione .
 Ovviamente stiamo parlando di Ernesto Che Guevara,  un deciso sostenitore degli scacchi negli anni '60, "un giocatore appassionato, fervente seguitore,come Lenin, dei problemi dei finali". Sembra che il  grande rivoluzionario  preferisse i problemi con soluzione di "matto in tre mosse" per la maggiore difficoltà che presentano...

 E' grazie all'iniziativa del Comandante Guevara che dal 1962 si organizzò l'importante Torneo Internazionale Capablanca in Memoriam, che conta piu di 40 edizioni e vanta la partecipazione di grandi maestri e giocatori di tutti i paesi del mondo.
Nell'anno 2002 invece, si celebrò alla Habana una gigantesca simultànea di 11,320 scacchiere! A questo grandioso evento partecipò anche il Presidente cubano Fidel Castro, rilanciando di nuovo la "massificazione" del gioco che venne supportato da un corso televisivo, l'edizione e distribuzione di libri gratuiti e dall' implementazione della preparazione fisica degli scacchisti con anche l'appoggio di allenatori delle scuole sportive.
Possiamo dire che questa disciplina è parte importante della cultura cubana. I grandi risultati ottenuti storicamente e attualmente dalle nuove generazioni di giocatori, diventano una risposta positiva agli sforzi compiuti dello stato cubano nel promuevere questo sport.

(Fonte: Sito Ufficiale Federazione Cubana di Scacchi)

giovedì 21 ottobre 2010

Scacchi "alla Messicana"

Oggi sono andata a fare visita alla mia migliore amica Vicky.
La nostra è una amicizia molto speciale che dura da più di 12 anni. Lei è originaria del Mèssico e anche se le nostre culture sono diverse fra loro (mi riferisco al cibo "ovviamente"), coincidiamo in tantissime altre cose.
Il nostro rapporto è basato su una grandissima stima (non solo di pane vive l'uomo!) che ha resistito paziente alla mia inconstanza nel tempo (ho superato da poco la strana abitudine a non telefonare).
Devo ringraziare la mia cara amica per avermi ispirato a parlarvi di un luogo meraviglioso che  magari a prima vista non ha niente a che fare con gli scacchi.:


L' Isola di Pasqua o Rapa Nui  si trova nel a me tanto caro Oceano Pacifico. L'isola appartiene al Cile ed è considerata L'ombelico del Mondo per essere il posto abitato più isolato del pianeta.
Sapete, è anche il museo all'aria aperta più grande al mondo per i suoi famosi  e impressionanti Moàis, statue in pietra che arrivano a misurare fino a 10 mt di altezza.
I Moàis sono unici al mondo e furono costruiti dai Rapanui. Più di 900 Moàis e 270 Ahu o altari decorano tutto il perimetro costiero e le zone interne dell'isola.  Come siano stati eretti e come siano stati trasportati nel luogo dove si trovano è ancora un mistero. Sono le uniche vestigia della misteriosa e ancestrale cultura autoctona dell'isola: la Rapa Nui.
Tutta l'isola è considerata patrimonio dell' Umanità  per l' Unesco dal 1995. Moàis è una parola della lingua rapa nui e significa "scultura". I creatori dei Moàis abbandonarono repentinamente la costruzione di altre sculture rimaste incompiute. Ognuna delle statue pesa più di 10 tonnellate e da qui l'enigna del loro trasporto. Nessuno sa chi li abbia creati e si pensa che questi rappresentino gli antenati defunti.
Tutti i Moàis guardano verso l'interno dell'isola in modo che gli spiriti ancestrali versino il loro potere sui discendenti.
Esiste un solo gruppo di Moàis che guardano verso l'esterno dell' isola e sembra rappresentino i 7 esploratori che precedettero i primi colonizzatori europei.



... Insomma, un luogo unico vero?
Confesso che c'è voluto il tempo di finire un bel caffè bollente prima di capire l'attinenza fra questo misterioso luogo e gli scacchi. Dall' inizio mi è stato proposto come un luogo isolato e nella mia limitazione mentale di certo nessuno sarebbe andato fin li per giocare un torneo.
Caspiterina!!!  la  mia stimata amica ha concepito le ordinate file di Moàis, le sacre statue degli Rapa Nui, come un bellissimo modello per pedine di scacchi!!!!

(chissà se qualcuno vorrà realizarle per me...)


un polemico antenato



Chaturanga in versione moderna
(image taringa.net)

Vi ho raccontato altre volte alcuni dettagli sul Chaturanga ossia il possibile e più diretto antecessore degli scacchi moderni.
Bene, ma sappiate che questo gioco proveniente dall'India è talmente antico che viene menzionato nei testi di origine sanscrita del Mahabharata, scritti intorno all'anno 500 a.C.
Un poeta persiano di nome Fidursi nel suo " Libro dei Re"  racconta che il gioco fu originato da una guerra per la successione al trono fra due fratelli. I saggi d'allora decisero di rappresentare su di un tavolo a scacchi, in legno di tek scuro e avorio bianco, la suddetta battaglia posizionando delle statuine in un preciso ordine e conferendo a ognuna un ruolo preciso in attinenza a quello sostenuto durante la citata lotta per il trono. E così si  cominciò a stabilire anche la funzione e il movimento di ciascun pezzo.
Chaturanga significa etimologicamente parlando 4 parti: chatur(quattro) e anga (membri), in riferimento ai 4 componenti di un esercito di allora: fanteria, cavalleria, gli elefanti e i carri.
Questo gioco si praticava su una tavola di 8x8 come per gli attuali scacchi.
Non si sa ancora se i racconti dell'antico poeta persiano sull'origine del Chaturanga siano basati sulla realtà. Alcuni sostengono che gli scacchi provengono da giochi ancora più antichi oppure sono il risultato della fusione con altri giochi da tavolo come quello proveniente dalla Grecia Antica portato in India da Carlo Magno nel 327 a. C.
Qualunque ne sia l'origine concorderete con me che gli scacchi  non sono soltanto un gioco di grandissimo valore storico ma un gioco di irresistibile e ineguagliabile fascino ...

mercoledì 20 ottobre 2010

tutti i colori degli scacchi

Anche se non si conosce esattamente l'origine degli scacchi, nel  VI secolo secondo alcune fonti esisteva in India un gioco molto simile chiamato Chaturanga, che significa 4 forze ovvero i 4 membri che componevano un esercito (fanteria, cavalleria, elefanti e carri).
Il Chaturanga è considerato l'antenato più diretto degli attuali scacchi.
Tutti sapiamo bene o male come è composta una scacchiera  ai tempi  d'oggi e quali sono le regole del gioco. Un tavolo con 64 caselle dove si scontrano due avversari  che simulano la posizione che gli eserciti occupavano prima di una battaglia. E il cui obiettivo principale è infliggere lo scacco al contendente, che simbolicamente vuol dire la morte del Re.
 I "due eserciti" contendenti si differenziano fra di loro per il colore dei pezzi .
Si dice che i colori dei pezzi siano stati dati in rappresentazione delle mitiche guerre Indù  fra Arios (pelle chiara) e Dràvidas (pelle scura). Gli attaccanti erano gli Arios ed è per questo che il bianco muove sempre per primo all'inizio della partita.
Da quì tradizionalmente gli scacchi sono bianchi e neri. Nella attualità molti sono i designer di scacchiere che fanno sfoggio della propria creatività creando modelli di colori sgargianti, accontentando così anche il gusto più personale e inconsueto dei committenti:


Queste sono alcune idee di colorazione proposte da un giovane team della Val Gardena
 la cui tecnica di elaborazione del legno è stata tramandata da ben cinque generazioni.
Offrono set di scacchi e figure di pezzi singoli  di magnifica fattura realizzati in legno di Tek dell'Indonesia:



Personalmente preferisco rimanere nella tradizione, magari con un set più discreto (sempre in Tek) di bellissima fattura come questo e dove si possono apprezzare il colore e le venature natuali del legno.

il bianco vince!

In questa partita a scacchi le macchie hanno perso:


Fonte: Brief Blog
"il meglio della pubblicità"

Si tratta di una interessantissima proposta pubblicitaria di una importante agenzia messicana nell'anno 2008.
La Procter & Gamble che trasferisce il concetto di pulizia sul tavolo di gioco, da una parte i capi bianchi sostenuti dalla forza pulente del noto detersivo, dall'altra una vasta gamma di prodotti causa di macchie difficili per la buona riuscita del  bucato.
Da far notare la divertentissima raffigurazione del Cavallo sostituito da un Calzino e del Re sostituito dal sovrano dello sporco: il Ketchup!!!
Il risultato della partita è abbastanza ovvio: lo sporco prende scacco... con il matto del barbiere!

martedì 19 ottobre 2010

incontro fortuito con l'arte



Questo è il viale d'accesso al Castello  Medioevale Beccaria Litta di Gambolò, nel cuore della Lomellina, una fortificazione con dimora signorile, feudo della Casa Ducale Litta. Le murature in cotto sono state realizzate nel 1614 per agevolare l'ingresso delle carrozze dei nobili e i loro ospiti.
All'interno del Castello, il salone principale è ornato con un pregevole camino risalente al tardo '500 ma anche da un bellissimo pavimento in mosaico del 1820. La dimora ospita il Museo Archeologico Lomellino che documenta la presenza umana in Lomellina dal Mesolitico Recente all'età Romana Imperiale.
Con oltre un migliaio di reperti offre significative testimonianze dell'età del bronzo, del periodo celtico e di quello romano.
Uno scenario fantastico direi, per dare via al Primo Torneo Scaccchistico  Semilampo di Gambolò tenutosi domenica scorsa, organizzato dalla Associazione Dilettantistica Scacchistica Vigevanese con il  patrocinio del Comune.
Colpiscono per bellezza le travi geometricamente ornate con ripetitivi elementi decorativi. Ricorrenti sono le foglie di acanto,  gli stemmi araldici, i motivi floreali e i motivi a scacchiera lungo i sostegni trasversali; magnifici sono gli affreschi  nella parte superiore del Salone Litta che hanno fatto da cornice a questo giovane torneo:


Primo Torneo Semilampo di Gambolò
(clicca sull'imagine per ingrandirla)

E così posso ringraziare gli scacchi per questo incontro fortuito con un luogo pieno di storia, di arte e che ha visto protagoniste nel passare dei secoli importantissime vicende d'arme. 

Il matto del pastore

Non pensiate che all' improvviso sia diventata un genio degli scacchi e che pretenda spiegarvi come funziona il matto del pastore!
Sono soltanto incuriosita dal nome e la sua derivazione. Massimo mi ha spiegato che in Italia viene chiamato matto del barbiere e che solo in Francia, Spagna, Olanda e Germania prende questo nome, e che nei paesi di lingua anglosassone è denominato matto dello scolaro. Invece in Russia e Polonia si chiama matto del calzolaio.
Tanti nomi per definire un unico fatto: la scarsaggine di chi lo prende!!!
In tutti  i casi  questo particolare scacco matto avviene dopo poche mosse e in generale  "ci cascano" i principianti:


Alcuni pensano che il  singolare nome sia dovuto al fatto che la Donna e l'alfiere bianchi  azionano una specie di forbice contro l'avversario che non gode di una efficace protezione della casella f7 , dando passo al metaforico paragone con l'attrezzo comune a due mestieri: il barbiere e il pastore.
Esistono tante possibili varianti  per cercare di evitare di prendere il matto del pastore, data la mia infelice capacità scacchistica non proverò neanche a citarle.
Preferisco immaginare in modo divertente un cosi penoso momento:


(Imagine Facebook tramite Edèn Lòpez Martìnez)


lunedì 18 ottobre 2010

storia di un piccolo circolo e del suo professore di scacchi

" Domanda da Pedròn a Viganò "
  (ho perso il modulino!)  forse però non ci stava

 " In materia di sicurezza sul lavoro mi pare che l'ùnica soluzione praticabile sia quella di codificare ogni operazione in maniera quasi pedante, ed obbligare ciascuno a seguire pedissequamente tale codice elementare. Abbiamo cosi aziende piene di cartelli (ti spiegano persino come sollevare una scatola), di strisce gialle dove camminare per non scontrarsi con i carrelli in movimento, ecc, ecc.
L'uomo mal sopporta una simile realtà, si sente trattato come uno stupido, e se non c'è coercizione tende a scantonare. Bisogna però ammettere che l'ignorare allegremente le procedure  (magari da parte di più persone) unito a qualche coincidenza sfavorevole ha causato, ad esempio, un disastro immane come Cernobyl.
Una piccola Cernobyl dello scacchista di  basso livello è pensare a lungo su di una mossa, effettuarla, togliere la mano dal pezzo ed accorgersi solo in quell'istante (con un certo sgomento) che lo si è messo in presa, o che l'avversario è a una mossa del matto del corridoio.
Mi chiedo: se lo scacchista di basso livello, ma di buona volontà, tentasse di aspirare alla "certificazione di qualità", dove per qualità si intende un gioco eccelso (per quanto sarebbe più utile una gita a Lourdes), ma costantemente vicino ai livelli massimi possibili (e senza svarioni), quale potrebbe essere il suo decalogo?
Se avesse la costanza di muovere solo dopo aver risposto ad una noiosissima serie di domande tattico/strategiche, come potrebbe esssere una buona tabella da appendere nella sua testa (tipo quella che t'insegna ad alzare una scatola) ?

Grazie
Roberto  Pedròn

Credo sia  stata questa una delle lettere più belle che Massimo abbia mai potutto ricevere da un "allievo" durante il corso impartito al Circolo Scacchistico di Masate.
Il Masascacchi nasce nel 2003 per iniziativa del suo Presidente Alfonso de Tullio con l'intento di studiare, divulgare, accomunare e invogliare i giovanni e anche i non più giovani, alla pratica del nobil giuoco.
Un così bel progetto non poteva non interessare il Comune di quel luogo (famoso anche per la sua deliziosa torta paesana). Così che il Masascacchi diventa la fonte di numerose iniziative in questi ultimi anni  nell'ambito delle celebrazioni  e delle tradizioni che interessano il paese, come  il  Gran Torneo  di Scacchi del Settembre Basianese o il Torneo all' insegna della celebrazione del Maggio Masatese, il Torneo d'inverno o i diversi tornei  per categoria di fine corso fra gli altri.
Abbiamo cominciato a frequentare il Masascacchi  5 anni fa trovando una forte simpatia e grande amicizia da parte di tutti. Mi diverto tanto non solo quando si gioca a scacchi ma anche alle allegre pizzate di fine anno.


Questo è il  Masascacchi nel 2010

Sono fiera della stima e ammirazione con cui i membri di questo piccolo circolo ( che in realtà non lo è più  ) hanno accolto la modesta conoscenza del suo Professore di Scacchi durante il corso.
Una fredda sera d'inverno di due anni fa decisi, nonostante la stanchezza del dopo lavoro, di assistere a una di quelle famose lezioni . Sono rimasta molto colpita non solo delle grandi capacità scacchistiche  ma  anche delle grandi doti didattiche del suddetto a me tanto caro professore.  
Spero soltanto che tutta questa bravura abbia aiutato in qualche modo il  nostro caro amico Pedròn. Quissà,forse adesso è  diventato cosi  eccellente  che è in grado di eleborare la sua personale formula magica per vincere lo scacco...



4° OPEN WEEKEND CITTA DI RECCO

Città di Recco, spiaggia.
(Scacchista che si cimenta nel lancio dei sassi)


Se dopo le tante batoste subite nei tanti tornei persi che non hanno fatto altro che abbassare il vostro già modesto punteggio ELO, cominciate a  pensare seriamente che gli scacchi non fanno più per voi...
Potete sempre venire sulle belle spiagge Liguri e immergervi nella pratica di questa nuova e inconsueta disciplina del Lancio dei Sassi !
Se invece siete dei seri e duri giocatori di scacchi e non vi arrendete mai davanti alle amare sconfitte, potete venire in questo bel luogo per partecipare al Torneo Open Weekend Scacchistico che da 4 anni viene organizzato dalla Associazione Dilettantistica Scacchi Ruta con la partecipazione del Comune di Recco, nell'ambito del 21° Festival Weekend della Liguria.
Dovete sapere che la Città di Recco è una bellissima località balneare famosa anche per la sua Squadra di Pallanuoto che ha raggiunto grandi risultati a livello nazionale e internazionale.
L'esperienza personale mi dice che gli scacchisti sono anche dei buongustai, quindi udite bene!
Recco è considerata la Capitale Gastronòmica della Liguria,  conosciutissima per il sapore ineguagliabile della sua foccaccia col formaggio.
Se non basta, alla fine di un combattutissimo Torneo,  gli scacchisti più golosi potranno recarsi sul lungo mare per lasciarsi trasportare della dolcezza unica dei "gelati più buoni al mondo", quelli di Cavassa.  Gli stessi che Massimo mangia da quando era piccolo cosi...( e questa non è la pubblicità per la kinder).
Se vi ho convinti, troverete maggiori informazioni sul torneo e potete iscrivirvi on line cliccando  quì *


sabato 16 ottobre 2010

Quando gli scacchi fanno ridere...



Questo signore è un pittore e disegnatore argentino, il suo nome è Joaquìn Salvador Lavado. Meglio conosciuto come Quino il creatore delle famosissime strisce comiche di Mafalda.
La geniale creazione di Quino nasce nel 1962 ma viene pubblicata per prima volta nel 1964. Il personaggio di Mafalda è molto particolare, non è solo la bambina che si interroga con ingenuità sulle cose che succedono al mondo ma diventa un vero stendardo della lotta per l'uguaglianza sociale nei tempi in cui la liberazione femminile era ancora in fasce.
Mafalda piccola irrequieta, odia la minestra e adora i pancakes, vorrebbe imparare le lingue e lavorare per le Nazione Unite contribuendo cosi alla pace mondiale. Ha un carattere molto realista per quanto riguarda i problemi sociali e la sua  personale interpretazione delle regole scacchistiche esaspera la pazienza del suo buon amico Felipe:



Felipe:     -Mio padre mi ha spiegato come si gioca agli scacchi,
                 prima si posizionano i pedoni in questa linea...
Mafalda:  -ok
Felipe:     -in questa altra traversa ci va il Re e la Regina
Mafalda:  -come Felipe? - no,no,no,
                 forse è il contrario: prima va il Re e la Regina e dopo i pedoni
Felipe:     -nooh ! mio padre mi ha detto che prima vanno i pedoni !
Mafalda:  -tuo padre è un socialista vero?  eh?  scommetto che lo è? eh?
                 ...eh?!

giovedì 14 ottobre 2010

Un gioco "a misura di uomo"



antico mosaico risalente al  XI secolo
Basilica di San Savino, Piacenza


Parlando di storia, controstoria e altre cose ancora, Paolo Bagnoli nel suo libro "Scacchi" dichiara:
"...Se il gioco degli scacchi non fosse fatto, così com'è, sulla misura dell'essere umano, non avrebbe avuto il successo che ha avuto presso tutti i popoli del mondo; poco importa se è poco praticato rispetto ad altri giochi: ciò avviene perchè esso richiede, a chi lo pratica, anche ad infimo livello, l'accettazione del fatto che la vita stessa è fatta di vittorie e di sconfitte, di entusiasmi e di disperazione."....
Possiamo dire quindi che il successone, pardon, la "magia" che il nobil giuoco ha suscitato dalla notte dei tempi si trova nella sua innegabile "natura umana". Sarà  per questo che con la sua diffusione nel  mondo  diventa una inesauribile  fonte di ispirazione e una illimitata risorsa  anche per l'espresione artistica.
E' cosi che nella pittura troviamo molti artisti importanti che dedicarono e dedicano la loro attenzione alla rappresentazione di questo gioco.


Gli scacchi sono un gioco millenario. In questa raffigurazione egizia risalente al 1200 ac vediamo Nefertari che si diletta a giocare a scacco matto con l'eternità.

Risale al 1875 invece, questa tela di Sir Lawrence Alma Tadena, dove l'artista cerca di ricostruire nel tempo la grande epoca dei faraoni:

Si pensa che gli scacchi furono introdotti in Europa dagli arabi intorno all'anno 1000, ma già un millenio prima, secondo alcune fonti, cinesi, indiani e persiani si sfidavano sulla scacchiera, se non proprio nel gioco come lo conosciamo ora, in giochi molto simili.
In questo dipinto  Rorbye Martinius (1845) ci suggerisce come poteva essere l'atmosfera di totale calma e noncuranza al calore pomeridiano, che si respirava in un incontro fra gli uomini coi turbanti :


Dai contatti avuti coi califfati gli scacchi si difussero nel vecchio continente incontrando inmediatamente il favore dei potenti.

"Il Gioco degli scacchi" Ludwing Deutchs
(1869)
Durante il Medioevo, gli scacchi divennero il gioco dei re,  invadendo corti e castelli. Nel Cinquecento e nel Seicento compaiono in scena i primi giocatori forti della storia degli scacchi. Ricordiamo il prete spagnolo Ruy Lopez, autore di un'opera in cui si comincia per la prima volta  a parlare di teoria del gioco. In Italia il protagonista di grandi sfide fu Leonardo Giovanni da Cutro detto "Il Puttino". Dopo di lui Gioacchino Greco detto "Il Calabrese", considerato un vero professionista.

Hans Muelich dipinse nel 1552 questa tela d'impronta severa dove presenta il Duca di Baviera e la sua consorte in sfida davanti alla scacchiera assistiti  ovviamente dai rigorosi dignitari di corte e cagnolini al seguito.

Sono tante le opere pittoriche che ritraggono come protagonisti  grandi signori, nobili, cavalieri, aristocratici e dame di corte, intenti a battere i loro avversari davanti al tavolino. La seguente è una scena che ci riporta a una speciale atmosfera d'intimità...

I giocatori di Scacchi. Cornelis de Man
(1670)


Arriviamo di questo passo al Rinascimento. Ancora una volta soltanto i privilegiati signori possono lasciare testimonianza della passione che destò il nobil gioco:

                                                            
The Chess Game. Lajos Ludwing Bruck
(Ungherese 1866-1910)
Nel seguente olio su tela  opera del romano Giulio Rossati  della fine del XIX secolo troviamo una importante figura ecclesiastica che cede con opportuna concentrazione davanti alla cruenta passione per il gioco delle 64 caselle...


Una opera di superbo realismo. Giulio Rossati dipinse il cardinale in espressione meditabonda, in cornice ornatissima degna della sua rappresentanza, impassibile giocatore davanti a due nobil donne, sollecite sfidanti.

La pittura è da sempre una componente storica che ci aiuta a sostenere il concetto di universalità degli scacchi. Nonostante i dipinti e i ritratti, per molti secoli, siano stati privilegio riservato a pochi, è grazie a questi che possiamo cercare di ricostruire visivamente il percorso evolutivo del gioco e renderci conto della loro importanza nell'avvicendarsi storico dell'umanità. Alcune rare immagini  di artisti come Raffaello Sorbi alla fine dell' 800 ci ricordano però che gli scacchi non erano un privilegio che venisse negato al popolo:


Una bellissima scena di vita quotidiana, giornata del 1899 a "La Osteria di Fièsole"
dove l'artista tralascia la solennità delle aristocratiche partite prima descritte, non necesaria in questo caso,
 per trasmettere un così spontaneo e allegro momento di partecipazione fra i due sfidanti.

Nel Novecento troviamo che gli scacchi vengono rappresentati  dagli artisti del pennello in scene di  fresca
normalità, aiutati dall'evolversi delle nuove tecniche pittoriche che fanno capo alle diverse tendenze che sorgono all'epoca. Il ritrattista John Singer Sargent famoso anche per i suoi dipinti di paesaggi e acquerelli non poteva non ispirarsi a un così appassionante gioco per catturare l'attenzione dei protagonisti di questa sua opera:


In questa rappresentazione "il gioco degli scacchi" (1907) possiamo apprezzare la sua indubbia ispirazione al Realismo di Velasquez.

Nel  Novecento  tantissimi sono gli artisti che dedicano il loro tempo ad immortalare la passione che suscitano gli scacchi. Marcel Duchamp abbandona del tutto la pittura per immergersi a capofitto nella pratica di questi.
Altri artisti ispirati all'astrattismo presenteranno gli scacchi come una scomposizione delle forme giungendo a una sublimazione degli elementi di questa:
"Superchess".Paul Klee
(Zurich Kunstmuseum 1931)

Qualunque sia lo stile pittorico o la tendenza estetica, gli scacchi sono un elemento ricorrente della pittura contemporanea
Il pittore austriaco Karl Truppe nel 1942, immagina una raccapricciante sfida
con un avversario che non ammette rivincite

Gli scacchi  per il loro elevato potere simbolico non potevano  non interessare la pittura. Qualunque sia l'ambito in passato o nell'attualità  ..."Se ilgioco degli scacchi non fosse fatto, cosi com'è, sulla misura dell'essere umano, non avrebbe avuto il successo che ha avuto presso tutti i popoli del mondo; poco importa se è poco praticato rispetto ad altri giochi: ciò avviene perchè esso richiede a chi lo pratica, anche ad infimo livello, l'accettazione del fatto che la vita stessa è fatta di vittorie e di sconfitte, di entusiasmi e di disperazione"....(Paolo Bagnoli)


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