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Vogliamo condividere con Te le nostre "storie di ordinaria quotidianità" Dedichiamo questo spazio a tutti gli "scacchisti per passione" a coloro che senza essere dei campioni mondiali o scacchisti di professione nutrono ugualmente una passione sfrenata per questa disciplina, ai nostri amici dei piccoli circoli con i quali ci divertiamo tantissimo, alle loro famiglie e a chi pur non giocando semplicemente ama questo nobil giuoco...

giovedì 18 ottobre 2012

Scacchi Mediolanorum




 Fillipo Maria Visconti, ultimo Duca visconteo di Milano.

 
Ho trovato interessante un articolo web riguardante una Lettera di Fillippo Maria Visconti  datata 25 novembre 1427.
Riassuntivamente il prezioso documento parla della installazione di  una sala per gli scacchi e giochi da tavola probabilmente presso il palazzo ducale Arengo (vicino al Duomo) a Milano.
E' una  specie di atto ufficiale sottoscritto "Franciscus", firma che attiene probabilmente al nome dello scrivente.
La lettera fù pubblicata per una mostra nel 1957  chiamata "Giochi e passatempi nei secoli passati", organizzata dalla direzione dell'archivio storico civico e dalla biblioteca trivulziana in collaborazione con l'Ente Manifestazioni Milanesi.
La curatrice del catalogo era Caterina Santoro, autrice del libro "Gli Sforza. La casata nobiliare che resse il Ducato di Milano dal 1450 al 1535" , Lampi di Stampa 1999.
Lo scrittore Franco Pratesi ne riferisce ancora dell'esistenza nella Edizione Scacco S.a. s nel Giugno 1993 anno 24, numero 6, p. 298-299. (Dovrebbe trattarsi della rivista Scacco! ) Alla fine dell'articolo Franco Pratesi parla anche di un evento con un giocatore magistrale, svoltosi l'8 di Giugno del 1429.
In quanto alla Lettera eccola quà  in testo integrale, quindi per capirne i dettagli dovrete rispolverare le vostre nozioni di latino :


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Il palazzo di Azzone, dove il fastoso salone avrebbe dovuto essere realizzato, fino al 1365 rimane occupato dal Duca Gian Galeazzo, con la sua famiglia e la corte,  "fino a quando la gotta lo colpisce gravemente costringendo tutti a precipitarsi nel castello pavese, non ancora ultimato, per paura che Bernabò cogliesse questo momento di debolezza per annientarli."
"Il palazzo resta nuovamente vuoto. Gian Galeazzo lo usa come un (enorme) pied-à-terre e lo utilizza, ad esempio, per il grande pranzo e i tornei organizzati in occasione dell’incoronazione a duca nel maggio 1395. Nella storia del Corio (pp. 267-68) viene ampiamente descritta questa festa sontuosa che si svolse nell’ “antica corte nominata l’Arenga, nel capo della quale gli era posto una ampla, et ingente mensa, coperta con un Cielo di drappi contesti di lucidissimo oro...”
...Segue la descrizione delle tavole, l’infinito menù di carne e pesce, i regali agli ospiti, i tornei che si protrassero da lunedì a giovedì, sempre nel grande cortile dell’Arengo. Da allora il palazzo prenderà il nome di “Corte ducale”. Nello stesso periodo, Gian Galeazzo concesse agevolmente che si distruggesse una parte del palazzo per far posto ai lavori del Duomo. Molto probabilmente venne sacrificata una parte del Broletto Vecchio che correva accanto all’antica Domus Ambrosii, anch’essa contestualmente distrutta.
Alla morte di Gian Galeazzo, il figlio Giovanni Maria riapre i saloni della vecchia corte ed è proprio quì, davanti o dentro la chiesa di S. Gottardo, che viene assassinato.
Questa sciagura colpì duramente il superstizioso fratello Filippo Maria diventato Duca di Milano per successione, che  però non volle mai utilizzare questa corte come residenza."...
Ma  l'antico palazzo nel quale operò Giotto, e dove in seguito soggiornò Petrarca, doveva essere una residenza maestosa anche se fù abbandonato nel 1412, perché ritenuto poco sicuro, tanto che nel 1443, crolla il grande salone della Corte Ducale che si trovava a destra di chi entrava nel primo cortile.
Non sorprende la richiesta avanzata da Filippo Maria, nella lettera del 1427,  e la sua volontà di voler conservare mediante una ricostruzione accurata una sede così importante, prevedendo sapientemente anche alla suddetta installazione di una apposita sala per giuocare a scacchi.....




Rocca di Angera, sala della Giustizia. foto web: http://www.storiadimilano.it/arte/imprese/Imprese03.htm

Vent'anni dopo la richiesta contenuta nella lettera,  giunse la morte di Filippo Maria,  l'ultimo dei Visconti, il 13 agosto 1447.
L'ultimo Signore della dinastia muore senza lasciare eredi diretti, lasciandoci però in eredità questo importante documento storico che ci permette di immaginare lui, il grande condottiero della personalità paranoica, superstiziosa, spregiudicata e cinica - anche se di notevole abilità politica- dietro le mura della sua anticha fortezza: isolato ed impegnato magari in uno dei più prestigiosi giuochi di corte...
Il Duca  maniacalmente sospettoso ed estremamente superstizioso, si circondava di astrologi incaricati di segnalargli luogo e momento più propizio per ogni azione e chissà se utilizzava gli scacchi per "aiutarsi" a tessere da lì le trame per le sue numerose battaglie...
Possiamo immaginarlo circondato dai paggi e dal suo piccolo gruppo di fedelissimi trascorrendo le ore liete della sua esistenza a dare scacco in quei pochi momenti di indifferenza verso i grandi tumulti politici.
E' incredibile, grazie a questa lettera di inestimabile valore noi possiamo costatare l'importanza che gli scacchi hanno avuto per i grandi reggenti delle grandi corti lombarde.
Volevo raccontarvi anche che, sempre nel contesto meneghino, troviamo menzione di un altro avvenimento  importante: a soli due giorni da quella data, il 27 novembre di 1427, sembra ci fù la fondazione di un Club di Scacchi a Milano, del quale però non risulta nessun tipo di documentazione, motivo per il quale non entreremo nel dettaglio...
Ma se questo fosse vero sarebbe uno dei più antichi circoli dedicati a questa disciplina sotto l'ombra della Madonnina!





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